Oggi vi proponiamo l’intervista fatta a Antonio, un fotografo che ci ha colpito particolarmente per i suoi scatti, a nostra detta, profondi. Vi lasciamo alle sue risposte e al suo profilo Instagram a fondo pagina.
Volti femminili immersi nella natura ci comunicano uno stato di benessere, eppure la maggior parte delle volte non sorridono, come mai questa scelta?
Quello che spesso rappresento nei miei ritratti è uno stato dell’essere sconnesso dalla realtà. Con la fotografia è come se riuscissi a crearmi un mondo immaginario. Una sorta di fuga dalla realtà, la quale per molti aspetti non accetto così come è, rifugiandomi in una illusione. Che per me diventa vera, mi da sollievo e mi libera dalle angosce. È un po’ allo stesso tempo una droga e una terapia. Credo che ad oggi potrei perdere la mia stabilità senza.
I primi piani di soggetti che esprimono tanto, senza bisogno di lunghe descrizioni, è forse questo il motivo dei titoli brevi e concisi?
Per me è molto importante che chiunque possa interpretare quello che vede. Non ho mai amato le linee guida stringenti per quanto riguarda l’arte. Anche perché spesso una stessa opera si presta a più livelli di lettura, e sta all’osservatore saperli cogliere. Il mio compito termina con la pubblicazione, non mi sento di dover fare altro essendomi esposto già tanto, anche senza aver avuto bisogno di usare le parole.
L’importanza che hai scelto di dare agli occhi in ogni scatto ci ha colpito. Chiusi o aperti, sembra quasi che parlino, in base a quali caratteristiche scegli i soggetti da fotografare?
Gli occhi e gli sguardi sono un po’ la mia ossessione sin da bambino quando li disegnavo soltanto. È davvero incredibile il potere comunicativo di uno sguardo e penso che nemmeno il più bravo scrittore possa rappresentarne a fondo la profondità. C’è condensata così tanta energia in tutto questo.
Per quanto riguarda le mie modelle non saprei ben spiegare in base a cosa le scelgo, in quanto è perlopiù una scelta molto istintiva. Almeno per quanto riguarda i miei progetti personali, tendo a lavorare con una cerchia davvero ristretta di persone, con cui spesso creo un legame che va ben oltre la semplice fotografia.
Non abbiamo tralasciato il dettaglio che ricorre in alcune delle tue fotografie, la farfalla posata sul viso delle modelle. Leggerezza o bellezza fine a se stessa? Un possibile riferimento al Silenzio degli Innocenti?
Credo che non ci sia nessun animale che possa rappresentare l’anima meglio di una farfalla. Mi da un senso di bellezza così effimera, mi fa pensare alla caducità della vita ma al tempo stesso alla speranza. È un messaggio di ottimismo.
Guardando il tuo profilo su Instagram notiamo uno stile ben definito, dove prendi ispirazione per luci e colori?
Penso di aver imparato molto dai dipinti, sia per quanto riguarda i criteri compositivi che per la gestione di luce e colori. Amo agire di color correction proprio per ricreare un contesto che esuli dalla realtà.
Quanto ti ha influenzato il tuo essere Bohémien?
Non saprei. La cosa che mi influenza principalmente dopotutto è il mio sentirmi libero.
Bene! Mentre ringraziamo Antonio per le sue risposte, vi lasciamo qui di seguito il suo profilo Instagram per poterlo seguire:
@antonio_borzillo
A presto!
Intervista a cura di Silvia Gasperoni e Giacomo Sovrano